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Quattro nuove tematiche per le collezioni della GAM

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  • 4 Marzo 2011 - 31 Dicembre 2011
 
Nell'ottobre del 2009 la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha rivoluzionato totalmente l’allestimento delle sue collezioni abbandonando l’ordine cronologico a favore di un criterio tematico. I quattro temi: Genere, Veduta, Infanzia e Specularità, scelti da altrettanti docenti universitari di ambito diverso dalla storia dell’arte, hanno offerto un’innovativa interpretazione delle opere esposte, suscitando consensi e discussioni da parte del pubblico e della critica. La varietà dei livelli di lettura e il coinvolgimento di saperi esterni ha infatti dato la possibilità di collocare opere note in modelli interpretativi trasversali e riscoprire capolavori precedentemente non esposti.

Il carattere suggestivo di questa scelta va di pari passo con la transitorietà dell’allestimento tematico: esso vive infatti di una pluralità di punti di vista, e deve quindi rinnovarsi periodicamente, per poter far spazio a nuove ispirazioni. Per questo poco più di un anno dopo, nel marzo 2011, il museo si modifica nuovamente, seguendo il medesimo schema che aveva animato il precedente allestimento, con la scelta di quattro nuovi temi da parte di quattro nuovi docenti.  

Anima, Informazione, Malinconia e Linguaggio
si snodano nelle sale del primo e secondo piano, presentando alcune delle opere già esposte insieme a più di 160 nuove opere dalle collezioni, alcune delle quali frutto delle acquisizioni più recenti del museo. 

 L’Anima, tema scelto da Vito Mancuso, professore Ordinario di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, vede, oggi, una radicale riformulazione del suo significato. Mancuso si sofferma sulle difficoltà contemporanee nel riconoscere l’anima come entità persino all’interno degli organi ecclesiastici, e la necessità quindi di rielaborarne il senso sulla scorta del nuovo contesto scientifico e filosofico. Rielaborazione che ritroviamo anche nell’arte e nel percorso al primo piano, in cui si passa dalla religiosità cristiana delle opere ottocentesche di Andrea Gastaldi e Innocenzo Spinazzi, all’espressione di una condizione umana in Antonio Fontanesi, fino alla concezione di anima come spiritualità assoluta, partecipazione al mondo, che si fa letteraria in Gino De Dominicis, rituale in Hermann Nitsch o poetica in Anselm Kiefer, di cui si presenta il capolavoro Einschüsse, grande opera recentemente acquisita dalla GAM.   Di tutt’altro tenore il tema dell’Informazione, sempre al primo piano, scelto da Mario Rasetti,  Professore Ordinario di Fisica teorica,  modelli e metodi matematici al Politecnico di Torino. L’informazione, nel campo della Fisica, è intesa come una grandezza paragonabile a massa, energia, velocità. Si riferisce alla capacità delle molecole di essere portatrici di simboli, codici e segnali, di operare cioè come un messaggio necessario alla propagazione della vita. La concezione dell’uomo e della natura è per questo motivo analizzata confrontando diverse interpretazioni: la ciclicità delle stagioni nella serie di Luigi Baldassarre Reviglio, l’elemento naturale che trova una ridefinizione nelle ricerche dell’Arte Povera, con le energie cosmiche di Giovanni Anselmo, l’aspetto alchemico di Gilberto Zorio e la crescita naturale di Giuseppe Penone. Così i segni biomorfi di Carla Accardi e la visione analitica dello spazio di Dadamaino.    

Al secondo piano del museo incontriamo la Malinconia, tema scelto da Eugenio Borgna, Primario emerito di psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università di Milano. La malinconia è intesa qui come condizione umana e mentale, concezione di un tempo “immobile e stregato”. Questa caratteristica di temporalità sospesa si proietta sulla realtà e sulle attività circostanti, come nel tragico Asfissia! di Angelo Morbelli, e pervade le nature morte di Giorgio de Chirico e Filippo De Pisis, lo spazio e gli oggetti nel video di Ursula Mayer e nelle fotografie di Elisa Sighicelli e Francesca Woodman, i paesaggi sospesi di Carlo Carrà e l’arte stessa in Giulio Paolini.   Infine, sempre al secondo piano, il Linguaggio è stato scelto da Sebastiano Maffettone, Professore Ordinario di Filosofia Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. Dopo un prologo che evidenzia il rapporto dell’arte con la letteratura nelle opere ottocentesche di Antonio Canova, Massimo D’Azeglio, Carlo Arienti, il percorso si sofferma sulla nascita ed evoluzione dei linguaggi artistici, dalle diverse avanguardie di Giacomo Balla e Lucio Fontana, al neorealismo pop italiano di Mario Schifano in dialogo con quello internazionale di Andy Warhol e Mark Dion, per chiudersi con il ritorno alla letteratura nell’utilizzo del carattere tipografico di Nanni Balestrini.  

Alcune novità differenziano questo allestimento dal precedente. In alcuni casi si è trattato di scelte curatoriali, come la decisione di identificare ogni artista con un solo percorso, ponendone  in evidenza l’intera poetica invece che ogni singola opera, in altre una normale evoluzione di avvicinamento al pubblico, per cui si è deciso di fornire ad ogni visitatore una brevissima guida che spieghi le motivazioni che hanno condotto alla definizione dei percorsi.